Giornata della Terra, gli alberi fonte di vita per ogni essere che popola il pianeta
Il tema dei cambiamenti climatici non può più essere rimandato e oggi al pianeta Terra sono necessari 1.000 miliardi di alberi per poter sopravvivere. Il riscaldamento globale è il problema più grande per l’umanità e va affrontato con azioni e interventi concreti. Se venissero utilizzate le terre abbandonate dall’agricoltura dagli anni Novanta ad oggi, si potrebbero mettere a dimora, solo in Italia, fino a sei miliardi di alberi.

Riscaldamento globale, i dati
I dati arrivano dalla NASA, e hanno radici lontane, perché raggruppano l’andamento del riscaldamento globale a partire dal lontano 1880: si è arrivati, ormai, a 140 anni consecutivi di raccolta dati su tutto il globo, misurando ad ogni latitudine quale sia lo scostamento rispetto alla media.
Si evidenzia una situazione drammatica nella parte nord del pianeta, dove lo scostamento sul Polo Artico è ormai nell’ordine dei 4-6 gradi; in Europa lo scostamento è, invece, tra 1 e 3 gradi circa con la penisola iberica a soffrire l’impatto peggiore. Si scaldano anche gli oceani, un bacino di energia che rischia di sprigionarsi sulle coste con futuri eventi climatici di particolare violenza, e lo scioglimento dei ghiacciai potrà bilanciare questo scostamento soltanto con gravi costi collaterali.

L’aumento delle temperature non è più qualcosa di incerto: i dati sono forti ed eclatanti. Si rilevano scostamenti ormai superiori al grado centigrado pressoché ovunque, e scostamenti ulteriori potrebbero determinare effetti impressionanti in termini di fenomeni atmosferici per i quali persone e territori non sono preparati.
Nel 2070, il 19% delle terre emerse del pianeta, su cui oggi abitano 2 miliardi di persone, non sarà più abitabile per limiti termici; oggi le terre non abitabili perché fa troppo caldo sono lo 0,8%, essenzialmente il Sahara.
Cosa possiamo fare, alberi fonte di rinascita
Ad affrontare l’argomento è il biologo e scienziato Stefano Mancuso, che dice. “Il riscaldamento globale si gestisce in due modi: da una parte non si deve produrre più anidride carbonica, dall’altro bisogna sottrarre l’anidride carbonica già presente nell’atmosfera attraverso le piante”. In pratica, sarebbe sufficiente piantare un numero significativo di alberi per ridurre di due terzi il surplus rispetto al periodo preindustriale.

“Non si risolve un problema di questa portata con soluzione piccole, e l’idea che ciascuno di noi, con il cambiamento dal basso, lo possa fare, non è vero – spiega Stefano Mancuso -. Non c’è tempo sufficiente per aspettare che i cambiamenti individuali, seppur indispensabili, abbiano influenza.
Il nostro pianeta si è surriscaldato di un grado e mezzo rispetto al secolo scorso, e prima della fine di questo secolo, se non facciamo nulla, la temperatura aumenterà di una cifra che, nei modelli più ottimistici, sarà di 3,5/4 gradi in più. Pensiamo al nostro corpo, a cosa accade quando da 36,5 gradi passa a 39,5. Ecco, questo esempio è molto vicino a quello che sta accadendo al nostro pianeta: tre gradi di differenza sono un’enormità”.
Non c’è davvero più tempo a disposizione per rattoppare un problema destinato a diventare veramente drammatico e, se le istituzioni di tutto il pianeta non investiranno nella riforestazione, le generazioni dei prossimi decenni potrebbero rischiare di vedere un pianeta molto malconcio. La speranza è che questi appelli lanciati dagli scienziati di tutto il mondo vengano raccolti e ascoltati, e abbiano un seguito concreto da parte dei Governi.
Leggi anche il nostro articolo su Treedom, piantare un albero e poi vederlo crescere a distanza.
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