La sindrome da acquisto compulsivo è una dipendenza e come tale va trattata. Può sembrare strano parlarne oggi in pieno Black Friday, giorno in cui tutti ci sentiamo legittimati a comprare qualcosa grazie ai super sconti su portali e nei negozi. Tuttavia, e torniamo all’apertura, questa tentazione può essere letale per uno o una shopaholic. Anche perché questo genere di disturbo si manifesta in maniera apparentemente innocua, ma molto pericolosa.
«Prima ci si sente euforici e in controllo, ma in realtà questo comportamento allevia stati di tensione e ansia. E come altre dipendenze questo disturbo sottende forme depressive. Questo fare tiene solo momentaneamente sotto controllo la tristezza. Quando l’euforia svanisce, il comportamento si reitera». ci ha raccontato Antonella Abenavoli, psicologa e psicoterapeuta.
La dottoressa Antonella Abenavoli, psicologa e psicoterapeuta
Sindrome da acquisto compulsivo, cos’è?
Comprare, anche più cose del necessario, non è una patologia. Lo diventa nel momento in cui si maschera qualche altra cosa. «La sindrome da acquisto compulsivo è un disturbo psicologico e comportamentale, l’acquisto non deriva da una reale esigenza di quell’oggetto, ma dall’impossibilità a controllare quel comportamento che diventa irrinunciabile» ha spiegato. «L’acquisto diventa un pensiero intrusivo che condizione la vita sociale e amicale del soggetto, è un bisogno irrefrenabile. Spesso si acquista al di sopra delle proprie possibilità economiche. L’asticella dell’acquisto quindi si alza sempre di più» ha poi aggiunto la dottoressa Abenavoli.
Uscire dalla spirale
Guarire da questo genere di disturbo si può. Il primo passo, come sempre il più importante, è accorgersi di avere un problema. «Come per le altre dipendenze, visto che questo comportamento sottende una questione profonda che non è allo stato di coscienza, è bene iniziare un percorso terapeutico che possa aiutare la persona ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé e perché si comporta in quella maniera. Bisogna lavorare nell’immediatezza sul cambiamento del comportamento disfunzionale».
Velocità e concretezza sono le due parole chiave quando si vuol uscire dal dramma che può avere risvolti molti gravi. «Esistono approcci terapeutici che sono molto concreti: l’approccio strategico integrato breve o quello cognitivo comportamentale. Aiutano ad agire sul comportamento a modificarne i pattern disfunzionali e rendono la persona più consapevole degli stati emotivi che sono alla base di questo disturbo».
Riprendersi la libertà
In questo difficile 2020 lo shopping, in particolare quello online, è diventato una sorta di panacea. Quanto rischia di essere pericoloso tutto questo? «Il momento che stiamo vivendo è fatto di limiti e restrizioni quindi sì, si rischia di esacerbare questi comportamenti. Servono a mantenere una sorta di normalità pre-Covid, poter uscire etc. Soprattutto per l’acquisto online che è caratterizzato dalla comodità, dal ritrovare oggetti particolari in breve tempo e dall’utilizzo della carta di credito e dove oltretutto non c’è intermediazione del commesso, c’è maggiore possibilità di evidenziare questo comportamento» ha aggiunto.
Pensa prima di acquistare
Quale consiglio si può dare allora a chi rischia certe derive prima di operare il famigerato aggiungi al carrello? «Non mi metterei a vietare un acquisto, non è utile, aumentiamo la desiderabilità di quell’azione. Sarebbe come dire a un bambino di non entrare in una stanza, sicuramente pochi minuti dopo incuriosito ci entrerà. Suggerirei a quelle persone che hanno già la consapevolezza di fare acquisti compulsivi e si riconoscono in questa descrizione di rivolgersi ad un esperto. Di ascoltare familiari e amici che spesso hanno un occhio più oggettivo e chiedere un aiuto ad una persona esperta» ha concluso la dottoressa Antonella Abenavoli.
Ascolta l’intervista completa ad Antonella Abenavoli
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