Da qualche anno la biodanza trova sempre più consensi anche in Italia. Ispirata da movimenti primordiali, la biodanza stimola il benessere psicofisico mettendo in connessione corpo e mente. Scopriamo meglio di cosa si tratta
Letteralmente Danza della Vita, la biodanza prende la sua prima ispirazione dai movimenti ancestrali che potevano ricondurre ad una sorta di danza primitiva. La danza che ne deriva riconduce ad un contatto profondo tra l’uomo e le proprie emozioni.
Ideata dallo psicologo e antropologo cileno Rolando Toro Araneda, la biodanza viene definita come “una poetica dell’incontro umano, come un modo diverso di relazionarsi in un mondo estremamente solitario, dove le persone sono carenti d’amore”. Ecco perché attraverso la biodanza si vuole celebrare l’unicità di ogni essere umano, senza alcuna discriminazione.

Questa pratica è in grado di unire il benessere fisico attraverso il movimento e quello mentale attraverso la profonda connessione con il nostro io più profondo. E’ particolarmente adatta a chi, oltre a ricercare la salute fisica, cerca anche la profonda conoscenza di sé, il miglioramento delle capacità di comunicazione e di relazione con gli altri, la ricerca di nuovi stimoli, nuovi strumenti espressivi e in generale un maggiore equilibrio con se stessi e con gli altri.
Inoltre la biodanza oggi viene spesso utilizzata come percorso terapeutico per i pazienti con Parkinson, Alzheimer, per persone con disagio mentale o che soffrono di anoressia o bulimia, alle donne operate di tumore al seno e in contesti sociali specifici come i centri per gli anziani.
La biodanza è accompagnata da musica o canto, in gruppo, proprio per favorire l’espressione delle proprie emozioni. Il gruppo permette la creazione di condizioni di autostima, accettazione, protezione, tutte condizioni che portano la persona ad esprimersi pienamente. In questo modo il corpo, sollecitato dai suoni, mette in moto il cervello, coinvolge la sensibilità delle persone e, muovendo le emozioni più profonde, fa vibrare gli organi e induce il movimento.
Un simile stimolo fisico aiuta il ritmo cardiaco, le pulsazioni e la pressione arteriosa, e, aumentando la resistenza immunologica, diminuiscono gli stati d’ansia. I generi musicali più adatti ad accompagnare una lezione di biodanza sono: il samba brasiliano, il jazz, il rock fino al genere melodico.
E’ importante ricordare che la biodanza non è viene praticata per piacere agli altri ma è generata da uno stato psicofisico che nasce dentro di noi, stimolato dal connubio tra musica e situazione favorevole. Ecco perché per partecipare ai corsi non è necessaria alcuna particolare preparazione o abilità.
Le lezioni di biodanza
Ogni lezione è seguita da un operatore preparato e dura circa due ore. Si divide in una prima parte verbale di accoglienza e una serie di danze. Durante una sessione l’operatore invita i partecipanti a eseguire danze individuali, di coppia o in gruppo proponendo temi e movimenti accompagnati da musiche adeguate alla proposta e che aiutano ad esprimersi nel modo più autentico e naturale possibile.
Recenti studi hanno dimostrato che la biodanza avrebbe effetti benefici in particolare sulla persone che non credono in sé, che hanno problemi a trovare un equilibrio nella propria vita, che hanno disturbi psicosomatici e che non riescono a controllare le emozioni.
Fonte: biodanzaitalia.it