Dal 2009 le Dolomiti sono state riconosciute Patrimonio Mondiale dall’Unesco per il loro valore estetico e paesaggistico e per l’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico; 142mila ettari distribuiti tra 5 Province divise in 3 regioni. Oltre al lavoro delle istituzioni, la tutela di questo bene prezioso deve coinvolgere tutti noi
Ascolta l’intervista a Mario Tonina, Presidente della Fondazione Dolomiti Unesco (intervista realizzata nel 2020)
Le Dolomiti, un patrimonio amato in tutto il mondo
Amate in tutto il mondo, considerate il buen retiro di molto personaggi dello spettacolo, dello sport e della cultura, le Dolomiti vivono una sorta di nuova vita dal momento del riconoscimento da parte dell’Unesco quale patrimonio dell’umanità.
“Prima del riconoscimento dell’Unesco – ci ha spiegato Mario Tonina, presidente della fondazione Dolomiti – le nostre preziose montagne non erano mai state guardate nella loro complessità. Molto amate e conosciute anche all’estero, la loro attrattiva risiedeva totalmente nella meraviglia paesaggistica che rappresentano. Fino al 2010 non esistevano studi che potessero darci elementi per analizzare e quindi migliorare. Il prestigioso riconoscimento ha segnato un punto di partenza proprio nella ricerca su vari aspetti e su territori diversi”.

La Fondazione Dolomiti Unesco
La costituzione della Fondazione Dolomiti Unesco a partire dal 2010 ha portato all’attenzione proprio le peculiarità di questo territorio così composito, eccezionale dal punto di vista geologico e paesaggistico. La Fondazione ha stimolato anche un profondo senso di appartenenza grazie anche al lavoro del Direttore, Marcella Morandini.

Sono 4 i “pilastri” su cui poggia l’attività della Fondazione:
- patrimonio: conservare gli eccezionali valori universali per un territorio orientato al Patrimonio Mondiale
- esperienza: valorizzare l’esperienza di visita per un turismo sostenibile orientato al Patrimonio Mondiale
- comunità: accrescere la consapevolezza locale per una comunità rivolta al Patrimonio Mondiale
- sistema: coordinare le attività gestionali per una governance rivolta al Patrimonio Mondiale
L’impegno di tutti a tutela delle Dolomiti
Le Dolomiti sono un ecosistema tanto meraviglioso quanto fragile. Le montagne prese d’assalto quest’estate da un numero eccezionale di visitatori ci hanno fatto capire ancora una volta l’importanza del rispetto e della tutela. Due priorità che non competono solo alle istituzioni ma anche a tutti noi.
“Quello che è successo quest’estate ce lo aspettavamo – ci ha detto Tonina – c’era voglia di libertà dopo mesi di lockdown. Sicuramente il flusso di turisti poteva essere gestito meglio. Ma questo ci fa comprendere che la montagna ha dei limiti naturali che non vanno oltrepassati e chi viene qui deve tenerne conto. La gestione del territorio è un nodo molto importate che va sempre tenuto in grande considerazione. La Fondazione crede nel fare cultura di montagna, nella formazione delle giovani generazioni, le Dolomiti vanno conosciute, apprezzate, rispettate”.
Fenomeni come la tempesta Vaia o l’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e stiamo vivendo devono scuotere le nostre coscienze affinché vengano trasmessi i valori della cura e del rispetto. Preservare queste bellezze oggi consentirà anche alle generazioni future di ammirarle.
I prossimi obiettivi della Fondazione Dolomiti Unesco
“Uno molto importante – ha concluso il Presidente – è fare in modo che chi amministra i territori conosca e utilizzi il potenziale della piattaforma Dolomiti Unesco, nata proprio per garantire un percorso comune tra tutte le realtà coinvolte. Le Dolomiti devono diventare il luogo dove si progetta lavorando sulla tutela dell’agricoltura, del turismo, delle infrastrutture e della ricerca altrimenti sarà difficile in futuro preservarle“.
Le Olimpiadi 2026 sulle Dolomiti
“Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 poi saranno un grande banco di prova. Il ruolo della Fondazione sarà importante se vogliamo che queste Olimpiadi passino alla storia come l’edizione che fa dello sviluppo sostenibile la sua colonna portante”.
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Dorotea Rosso
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