È del 7 luglio la notizia che ufficializza le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il numero dei siti italiani iscritti nella Lista sale quindi a 55 con grandissimo orgoglio di tutta la Nazione.
Una conquista sofferta e attesa sin dal 2010, anno in cui è stata proposta la Candidatura e arrivata senza non poche polemiche, riguardanti principalmente l’utilizzo intensivo della monocoltura, (tipologia di coltivazione che sfrutta una sola varietà di piante per più anni sullo stesso terreno) e di fitofarmaci, pesticidi usati per la protezione delle colture delle piante.
A Radio Wellness abbiamo intervistato i titolari di una realtà sita a Mogliano Veneto, nella Marca Trevigiana, che propone un prodotto che abbiamo reputato interessante, specialmente per le modalità di produzione, nonostante sia DOC e non DOCG come il prosecco prodotto nelle zone di Conegliano e Valdobbiadene.
“L’azienda nasce per proporre un prosecco diverso rispetto a quella che è la produzione generale, considerando l’idea di base di tornare ad una coltivazione che sia il più naturale possibile” commenta Gianni Gasparini, titolare dell’Azienda “Picchetto Verde“.
“Due ettari e mezzo di terra per noi sono un vantaggio perché riusciamo a seguire le nostre piante in maniera equilibrata. Per quanto riguarda la coltivazione delle piante, sottolineo che non abbiamo mai usato diserbo sotto vite, né prodotti chimici per la spollonatura – procedura che prevede l’eliminazione dei germogli che hanno origine sul legno vecchio e che quindi non porterebbero uva – e la cimatura la facciamo a mano”, interviene Stefania Rizzi, titolare dell’Azienda assieme al marito.
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Redazione
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