
#Salute: inquinamento atmosferico e delle acque, tra cause e soluzioni
Giovedì 15 gennaio su Radio Wellness dalle ore 12 la replica della puntata di #Salute dedicata all’inquinamento. Il global warming o riscaldamento globale è ormai purtroppo argomento di estrema attualità.
Recente la notizia di un massiccio scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia causato da temperature anomale e molto superiori alla media. Si parla di miliardi di tonnellate di ghiaccio letteralmente disciolto in fiumi che attraversano l’isola riversandosi su Atlantico e Artico. “Dati scientifici dimostrano che ogni anno, soprattutto negli ultimi anni, stiamo assistendo ad un incremento di anomalie termiche positive, quindi temperature sopra la media, che appunto evidenziano come sia in atto un riscaldamento a livello globale. Non dobbiamo farci distogliere dal fatto che a livello locale possano esserci ondate di freddo e neve, anche incisive, perchè possono essere 2 facce della stessa medaglia, ovvero un surriscalmento delle zone polari può indurre irruzioni di aria fredda verso le basse latitudini proprio per compensazione” – commenta così Edoardo Ferrara, Meteorologo presso 3BMETEO, che a proposito di rapporto tra inquinamento e riscaldamento globale afferma: “Il dibattito è molto controverso. C’è probabilmente una componente umana che sta accelerando una situazione che potrebbe essere di per sè naturale, quello che si dice un feedback positivo, quindi effettivamente le emissioni di gas serra possono essere responsabili in tal senso. Oltre al riscaldamento globale che può avvenire anche in cicli terrestri, il punto importante riguarda l’aria che respiriamo. Dobbiamo agire sul fatto che stiamo inquinando molto, respiriamo aria sempre più inquinata e l’utilizzo sconsiderato delle risorse del Pianeta non può che portarci ad avere effetti negativi immediati sulla nostra salute, ancor prima di un riscaldamento accelerato.” Non abbiamo parlato solo di inquinamento atmosferico ma anche di inquinamento delle acque, in questo caso di soluzioni per arginare il problema, specialmente per quanto riguarda le acque reflue industriali, attraverso l’utilizzo della cannabis sativa. “La canapa era molto utilizzata in passato, poi messa al bando per via dei principi attivi e l’arrivo delle fibre sintetiche, ora nuovamente di moda e per gli utilizzi più vari: dalle costruzioni, al campo tessile, passando per l’industria della carta, la plasturgia, gli interni delle automobili. Di questa pianta si utilizzano i semi in ambito dermo alimentare e spesso vengono utilizzate anche le fibre” tramite le quali si possono costruire dei filtri per la depurazione delle acque. Introduce così l’argomento Sonia Lo Iacono, Ricercatrice all’Università di Besancon in Francia, che proprio in merito ai filtri spiega in che modo dovrebbero essere utilizzati: “L’idea è quella di poter utilizzare questi filtri, non per eliminare gli altri – attualmente in uso e composti da varie tipologie di materiali come spiega durante l’intervista – ma nell’ultima parte del sistema di depurazione delle acque, attraverso un filtro bag costituito appunto da feltri di canapa dove gli inquinanti possano essere assorbiti sia a livello meccanico sia a livello chimico. Il costo di questi tappeti con i quali si costruirebbero i filtri è di circa 50 centesimi al chilo”. Soluzioni dunque innovative ma allo stesso tempo accessibili anche in termini economici.
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Redazione
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