Essere felici al lavoro secondo gli esperti è possibile, importante seguire alcune regole per creare la felicità anche sul posto di lavoro
Secondo un dato rilevato dall’Osservatorio Glickon nell’arco della nostra vita trascorriamo oltre 90mila ore lavorando. Ma, in tutto questo tempo che trascorriamo al lavoro, siamo davvero felici? Per scoprirlo, l’azienda italiana leader nel mercato software dell’HR tech per medie e grandi aziende, ha lanciato una ricerca.
Si parte da un presupposto: la relazione tra lavoro e felicità è necessaria per l’80% degli intervistati e per la quasi totalità (97%), essere felici rende anche più produttivi. E poi, ci sono altri dati rassicuranti: ben oltre il 66% si dichiara contento della posizione che occupa. Per il 34% quella posizione rappresenta effettivamente ciò che sognava di fare, mentre il 37% si è adattato, ma si ritiene comunque soddisfatto e sereno.
Si tratta di dati rassicuranti, nonostante il mercato del lavoro sia messo a dura prova da pesanti fenomeni sociali, culturali, economici e anche legati alla salute, basti pensare alla pandemia Covid-19. Non c’è quindi da stupirsi se il 46% afferma di essere disposto a cambiare il proprio lavoro, in nome della felicità, anche se dovesse rinunciare a qualcosa in termini economici o di benefit. Troverebbe così spiegazione il 65% che ha ammesso di aver vissuto “con felicità” le proprie dimissioni o il proprio licenziamento. Ma attenzione, seppur il detto “I soldi non fanno la felicità” risulti ancora valido, lo stipendio resta un parametro di felicità importante per il 62% dei partecipanti.
Cosa ci rende però davvero felici del nostro lavoro? In cima a tutto le relazioni con i colleghi e l’ambiente lavorativo (30%), seguite dalle attività specifiche di cui ci si occupa (28%), e da flessibilità, benefit e stipendio (23%).Infine, la valorizzazione del talento e l’attenzione verso il proprio percorso di crescita (19%) e qui c’è ampio margine di miglioramento, soprattutto oggi, che è in atto una vera e propria corsa ai talenti: le aziende dovranno essere sempre più attente non solo ad acquisire, ma anche a saper trattenere.
Invece, come cambiano i fattori di felicità tra le varie generazioni? Per la Generazione Z e i Millennial, ad esempio, la qualità delle relazioni e la sostenibilità del tempo è più importante (16%) rispetto alla Generazione X e ai Boomer (12%).Così come la trasparenza e l’etica della realtà per cui si lavora (15% vs 12%). Contrariamente per gli over 40 il benessere psico-fisico (25% vs 20%) risulta essere un elemento più importante insieme alla valorizzazione economica e i benefit (19% vs 17%).
Quasi cross-generazionali invece: crescita e sviluppo personale (24% per under 40 vs 22% over 40), che per dato risulta essere il valore di maggior rilievo, e condivisione dei valori del brand o società per cui si lavora (6%).
“Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita” resta il mantra del 67% degli intervistati, ma alla domanda “Riesci ad avere un buon work-life-balance tanto da renderti felice e serena/o?” il panel si divide quasi a metà con una leggera maggioranza verso il “NO” (51%).

Glickon ha quindi chiesto a Monica Bormetti, psicologa del lavoro che si occupa di formazione e coaching su work-life balance e benessere digitale, 5 consigli per essere più felici o ritrovare la propria felicità partendo da noi stessi:
- Fai dipendere la felicità dal tuo “centro” e non dalle condizioni esterne
Sentirsi “centrati” nella vita e rispetto al proprio lavoro è importante, ma a volte accade di sentirci fuori asse e questo crea una sensazione di frustrazione o tristezza. Questa centratura può però essere ricercata e coltivata partendo da noi stessi e non tanto dalle condizioni esterne, su cui spesso abbiamo meno margine d’azione. Un modo per farlo è, specialmente all’inizio della giornata lavorativa, orientare la propria mente agli elementi che per noi sono importanti e positivi, rispetto al lavoro in sé.
- Coltiva gli ormoni della felicità con relazioni positive
Quando siamo felici il nostro cervello rilascia ormoni specifici, uno di questi è l’ossitocina, attivata negli scambi relazionali positivi. I livelli di ossitocina nel nostro cervello sono inversamente proporzionali a quelli del cortisolo, ormone dello stress. Ecco, quindi, che coltivare relazioni soddisfacenti al lavoro ha anche un effetto positivo sulla prevenzione dello stress.
- Individua piccoli rituali di benessere per favorire il tuo work-life balance
A volte l’equilibrio dobbiamo trovarlo dentro di noi, anche quando il mondo intorno non ci aiuta. Inserire nella quotidianità dei piccoli rituali che ci fanno stare bene è importante per sentirci più in equilibrio. Per esempio: 5 minuti la sera per bersi una tisana con calma, rientrare dal lavoro a piedi se siamo stati seduti tutto il giorno o usare la pausa pranzo per staccare davvero, anche se per poco.

- Impara a trovare “il bello” nelle attività che svolgi
In tutti i lavori dobbiamo fare delle attività poco stimolanti, ma in realtà trovare il bello in ciò che facciamo è un elemento fondamentale per la felicità legata al lavoro. Quindi, un modo per rendere alcune attività più interessanti, è quello di focalizzarci su cosa possiamo apprendere o dall’attività stessa – e quindi accrescere le nostre capacità – o sul nostro “funzionamento” in relazione a quell’azione. Ad esempio, imparare a essere consapevoli del fatto che, attività minuziose e che riteniamo potenzialmente noiose, in realtà possono essere occasione di allenamento della nostra concentrazione e pazienza.
- Accogli nel tuo percorso professionale le opportunità inaspettate
A volte, nella vita, scopriamo che situazioni inaspettate e non desiderate possono renderci felici: per questo è importante saper accogliere quelle opportunità che magari non avremmo cercato, ma si presentano lungo il percorso professionale. Avere quindi un atteggiamento di apertura, curiosità e sperimentazione può essere davvero utile!
Per maggiori informazioni su Glickon e le sue soluzioni è possibile visitare: https://it.glickon.com/
Fonte: Glickon
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